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La ginecologa che odia il sovrappeso

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Amica di Lella · 15 Novembre 2014

           





E’ domenica. Mi alzo con calma, mi guardo allo specchio, faccio il caffè. Sono sola, G. è andato a funghi. Penso che devo innaffiare le piante. In quel momento suona il telefono. E’ G. dice – Non preoccuparti tornerò tardi, ci fermiamo a mangiare in una osteria lungo la strada.-
Comincio a innaffiare.
E’ un pezzo che non sento Lella. Spero che il raffreddore le sia passato e anche quella brutta tristezza dell’ultima volta. Io e lei abbiamo un po’ di cose in comune. Tutte e due figlie uniche e tutte due con madri simili a generali di cavalleria. Solo con lei posso parlare di mia madre in un certo modo. Un sacco di volte mi sono sentita un mostro per la rabbia che provavo nei confronti di mia madre e trovare qualcuno con cui condividere certi pensieri è stato bello.
La conosco da una vita ma per anni ci siamo perse di vista. Io ho studiato lontano, lei, invece, ha studiato vicino a casa e ha cominciato a lavorare presto. Ci siamo ritrovate per caso a una corsa di beneficenza, una decina d’anni fa. Eravamo proprio in coda, ultime ultime. Da allora non ci siamo più mollate. Ogni tanto litighiamo, generalmente per cose stupide. Non sopporto certi suoi atteggiamenti. Ma questo non cambia i nostri rapporti, anzi, se è possibile, li migliora. Mentre sono persa in questi ragionamenti suonano alla porta.
E’ lei.
-
Sola?-
-
Si, G. è andato a cercare funghi. Torna stasera tardi.-
Per fortuna è tornata del suo solito umore. Mi propone di andare alle terme. Mi dimentico immediatamente delle piante e partiamo. C’è il sole e un autunno variopinto. Lella guida con calma, chiacchieriamo. Dice che sono la donna meno gelosa che conosce, in assoluto. Forse è vero, ma G. non mi ha mai dato motivi per esserlo. Eppure so che è un tipo che piace. Mi domanda se anche lui come me non è geloso. Rifletto un attimo e poi dico –
E’ un po’ più geloso di me, non vuole che vada in giro troppo scollata e che indossi gonne troppo corte.-
Lella ride e rido anch’io. Tornando a casa le racconto cosa è successo alla figlia adolescente di mia cugina. Voleva farsi prescrivere la pillola anticoncezionale ed è andata dalla dottoressa XXX, che è molto conosciuta in città.
-
La conosco, ci sono stata anch’io una volta, ma non mi è piaciuta per niente. Aveva un modo di fare che sono uscita incazzata nera. -
-
Aspetta, aspetta che ti racconto.-
Le parlo un po’ della sala d’aspetto dell’ambulatorio, come mi è stata descritta. Fotografie della dottoressa che partecipa a varie gare e maratone, oppure intenta a scalare montagne, una parete intera occupata da una libreria con numerose coppe. Forse un tantino esibizionista, ma fin qui niente di strano, una sana passione per lo sport.




             




Proseguo il mio resoconto dicendo a Lella che la ginecologa visita la ragazza, le fa una ecografia, le prescrive alcuni esami del sangue e le dice di tornare dopo una quindicina di giorni. Al secondo appuntamento la dottoressa controlla gli esami, riguarda l’ecografia e dice
-
Tutto a posto.-
Poi però, subito dopo, aggiunge -
Ma con questo sovrappeso, purtroppo, non potrà avere figli.-
-
La figlia di mia cugina ci è rimasta un po’ male. - dico mentre controllo il mio cellulare, che con G. non si sa mai.
-
Ci credo!- esclama Lella, già bellicosa.
Io osservo che se è tutto a posto, come lei stessa ha detto, non vedo perché dovrebbe avere dei problemi a rimanere incinta.
-
Hai ragione, è una contraddizione... a dir la verità, più che altro, mi sembra una cazzata grossa come una casa, a meno che, ultimamente, non si sia specializzata anche in arti divinatorie. - poi mi chiede - Ma quanto pesa questa ragazza?-  
-
Non so di preciso è un po’ robusta, ma non enorme.-  
La mia amica del cuore rallenta e ferma sotto casa sua, poi mi guarda e -
Secondo me è una stronza  quella dottotessa! Meglio che continui a prendere la pillola, va là! - e aggiunge - E cambi ginecologa!-
-
Anch’io ho detto la stessa cosa. Le ho consigliato quella dove vado io, la YYY.-
-
Hai fatto proprio bene. Molto meglio!- mi conferma Lella - purtroppo molti medici non si rendono conto dei loro limiti. O meglio li nascondono dietro il potere della laurea. Ma un titolo di studio non li rende certo più intelligenti né meno stronzi. Se umanamente sono delle merde, quello rimangono!-
E' una grande la mia super amica.   








Non abbiamo voglia di andare a casa, decidiamo di mangiarci qualcosa insieme e guardarci un film. Fingiamo un po’ di litigare sul titolo, ma la spunto io e noleggiamo Gigolò per caso, con Woody Allen. (tra parentesi BELLISSIMO!) Passiamo dal nostro amico Totò a prendere una bella pizza da dividere a metà e due lattine di Guinness. Sono arrivata a casa quasi a mezzanotte e la casa era invasa dai porcini. Lo  sapevo già perchè G. mi aveva mandato un sms, ma lo stesso mi è venuta la pelle d'oca pensando al mio prossimo futuro!






                              





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