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In bicicletta

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Lella · 10 Giugno 2016






Oggi  sabato di sole donne. Io e Lella per la precisione. Infatti oggi G. è in giro con il suo gruppo di mountain bike e Pietro deve preparare delle cose per il lavoro. Ci incontreremo tutti e quattro stasera in pizzeria. Il programma che hanno concordato le nostre eroine (quelle citate poc’anzi) prevede una lunga passeggiata in bicicletta con pranzo al sacco. E’ bel tempo e credo che tra un po’ farà piuttosto caldo e molto previdentemente mi sono vestita a cipolla. Alle dieci, puntualissima arrivo sotto casa della mia amica con il mio zainetto pieno di cibarie sulle spalle e di ottimo umore. Lei scende quasi subito equipaggiata di tutto punto compreso un cappellino alla Gimondi che è la fine del mondo. Partiamo.
Pedaliamo di buona volontà per la prima ora e mezzo poi propongo una sosta per pipì e ristoro. Dopo aver approfittato di un boschetto che sembra lì’ apposta, mi siedo e tiro fuori il mio termos con il caffè freddo.
-
Mi offri un po’ del tuo caffè freddo? Non ho mai trovato nessuno che faccia caffè freddo buono come il tuo. In cambio ti do un po’ della mia limonata fatta in casa. -
-
Grazie- rispondo porgendole il termos – E Mariù, cara, è a casa da sola? Potevi portare anche lei...-   
Lella si pulisce la bocca poi dice –
E’ con Pietro. Se l’è portata al lavoro. C’è anche un giardinetto in quel posto e Mariù starà benissimo con lui!-
-
Come mai, povero Pietro, a lavorare anche di sabato? -
-
Devono preparare un congresso in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente. La sua è una casa editrice un po’ specializzata in questo genere di cose. Dieci giorni fa hanno avuto problemi con un macchinario e sono rimasti indietro col lavoro. Comunque io ho lavorato per anni di sabato, di domenica e anche di notte e sono ancora viva e vegeta.-
Bevo la sua limonata e inizio a scartare un panino. –
Mi è venuta fame…-
-
Anche a me. Ti va dividere quel panino a metà?-
Lo spezzo in due e domando -
Quale vuoi, il pezzo più grande o il più piccolo?-
Lei beve e poi prende il più piccolo.







Ripartiamo che è quasi mezzogiorno.
-
Prossima sosta tra un ora, ok?- Lei annuisce e monta in bicicletta. Proseguiamo più lentamente adesso. Un po’ per il caldo, ma anche per gustarci il paesaggio che è veramente rilassante. Siamo completamente sole, immerse nel silenzio interrotto soltanto dal canto degli uccelli. Dopo un po’ arriviamo in un posto pieno di alberi altissimi.
-
E se ci fermassimo qui? Mi sembra così bello quest’angolino…-  
Appoggiamo le biciclette agli alberi e ci stendiamo un po’ per terra. Di scatto lei si mette seduta e dice a bassa voce -
Guarda là…-
-
Cosa?-
-
Due scoiattoli…- dice indicando col dito un albero poco distante. Guardo bene e finalmente vedo qualcosa muoversi tra i rami. Restiamo zitte per non spaventarli e loro si rincorrono su per il tronco come se giocassero. Poi si allontanano.
-
Che carini…-
Ce la prendiamo con calma, mangiamo poi ci riposiamo sull’erba umida. Un SMS di Pietro disturba la nostra siesta per chiederci come va. Dopo di lui anche G. si fa sentire chiedendomi a che ora prevediamo di tornare. MAI – gli rispondo- SI STA TROPPO BENE QUI! Mi appisolo un po’ e quando riapro gli occhi non la vedo più. Mi alzo, gironzolo un po’ intorno e la trovo in pieno sole mezza nuda che si sta arrostendo.
-
Non hai paura di scottarti?
-
Avevo freddo all’ombra. Secondo te quanti chilometri abbiamo fatto?
-
Di preciso non so, ma una ventina sicuri. Guarda siamo quasi a Isola…-
-
E’ vero. Non me n’ero accorta.-

Arriviamo a casa quasi alle sette, piuttosto distrutte.
-
Ci vediamo dopo. – dico ripartendo.
-
Non so se ce la farò…- Mi fa troppo ridere con quel berretto alla Gimondi malmesso, sporco, e sudato.


E’ proprio un mito!











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