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Gruppo cas: studio della figura corporea. Laura

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Figura corporea · 25 Aprile 2018





- Bene! – dico sedendomi – Com’è andata la settimana?
Tutte rispondono abbastanza bene. Poche sere fa sono andate a fare una passeggiata sul lungo fiume. Avevano invitato anche me ma io quella sera ero veramente a pezzi. Al lavoro avevamo avuto una giornata molto pesante. Ho ringraziato per l’invito ma ho preferito non andare.
Hanno portato il compito, cioè un disegno di loro stesse.
-
Non credo riusciremo ad analizzare tutti i lavori oggi. Lo faremo un po’ alla volta. Chi vuole cominciare?
-
Io! – fa Laura – Mi è piaciuto molto disegnarmi. Ho cercato di essere onesta con me stessa e farmi proprio come mi sento.
Fa girare l’immagine tra le partecipanti. Ognuna osserva quello che Laura ha prodotto con interesse poi però restano in silenzio.
-
Allora, signore… - le incito - cosa notate in quello che ci ha mostrato Laura?-
-
Guarda da un’altra parte. Evita lo sguardo. Perché? – osserva Guenda.
-
E’ vero! Se posso non guardo le persone negli occhi. Mi sento sempre giudicata da tutti. Mi comporto così da sempre.
-
Giudicata per cosa? – domanda Annamaria.
-
Per il modo di vestire, di parlare, di camminare, per la mia pettinatura. Per la mia poca cultura. Mi sento sempre inferiore agli altri, anche se sono i peggiori mentecatti. – Mentre dice queste cose le si riempiono gli occhi di lacrime. Nessuna commenta.
-
E questi segni sulla faccia cosa sono? – domanda Susanna.
-
Rughe. Mi sento vecchia. Lo so che non è vero, ho trent’anni in fin dei conti, ma mi percepisco decrepita.
-
E sui fianchi cosa ti sei fatta?
-
I rotoli di ciccia… -
Susanna fa un gesto eloquente con la mano che ci fa ridere. Anche Laura abbozza un sorriso.
La discussione è molto interessante.
L’immagine, a me, ha colpito per le buffe mutande quindi le chiedo –
E queste mutande a fiorellini cosa significano?
-
Non sono fiorellini. Ho sempre freddo alle chiappe quindi sono mutande pelose, di lana. – chiarisce Laura.
Interviene Annamaria –
Veramente sembrano spini come quelli che mettono sui davanzali o sui monumenti contro i piccioni. A dir la verità sembra una cintura di castità! E poi perché ti nascondi i fianchi con le mani?
-
E’ vero non l’avevo notato. I fianchi comunque sono la parte del mio corpo che odio di più! -
Milena è sempre rimasta pensosa però adesso alza la mano dicendo –
A me sembra che la parte sotto del corpo, le gambe cicciotte, i piedi molto piccoli suggeriscono l’idea di una bambina. Non va d’accordo con la testa che invece è quella di una donna adulta.
-
Ho pensato la stessa cosa. Ti sei fatta in mutande e canottiera. C’è un motivo? - domanda Fulvia.
-
Ho pensato che erano vestiti facili da disegnare.
-
Allora potevi farti nuda… -
-
No nuda, no. Mi vergogno del mio corpo. Mi fa schifo.








Celeste guarda il disegno e poi dice – La figura è sproporzionata. La parte sotto del corpo è più piccola del busto e della testa.
-
La testa l’ho fatta grande perché è la parte migliore di me. La mia testa funziona bene. Mi piace pensare.
-
Ah almeno una cosa positiva te la sei trovata!
Le signore scoppiano a ridere.
-
Cosa pensate di questo lavoro? Vi sembra interessante? – chiedo curiosa di conoscere le loro impressioni.
E’ Rosita a rispondere –
Molto bello. Mi sembra molto utile scopriamo delle cose nascoste di noi stesse. Aspetti di cui non siamo per niente consapevoli.
-
Bene! Ho piacere e le altre cosa dicono? Quelle che stasera non hanno detto niente che ne pensano? Le nuove per esempio?
-
A me sembra interessantissimo questo lavoro su noi stesse. Ho un po’ paura di quello che verrà fuori dal mio disegno, però. – fa timida Alessandra.
-
Ma dai non preoccuparti, ti terrò la mano. Sono la mamma del gruppo. Anzi la nonna! - Dice Elisa prendendole la mano.
Con queste parole d’incoraggiamento ci alziamo. Sulla porta d’uscita Laura mi aspetta e mi abbraccia.

-
Grazie di tutto! Sei splendida!
-
Tu sei splendida, non ti resta che convincerti del fatto… - Rispondo ricambiando il suo abbraccio.
Mi allontano in fretta ho le lacrime in agguato.











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