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Secondo incontro del gruppo di autostima. Le leggi che nessuno ci insegna (perchè sono scomode!)

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Autostima · 10 Aprile 2015





Devo parlarti delle norme del codice dell’assertività, mi ha detto Lella al telefono quando l’ho prenotata per tutto il giorno.
Boh! Penso al termine della conversazione.
Due giorni dopo, domenica.
Sole splendido.
«G.?» mi chiede la mia amica aprendo la porta dell’ agriturismo.
«Torna verso sera. È andato con degli amici a fare un giro in mountain bike. Qualche volta sono andata anch’io con loro, ma fatica a parte, con quel gruppo mi annoio da morire.»
Venti minuti dopo abbiamo già davanti i nostri piatti fumanti.
«Bel posto e questo antipasto di polenta è squisito!» esclama Lella «mi verrebbe quasi voglia di leccare il piatto!»
Io la guardo facendole gli occhiacci come facevano a me da bambina, lei si mette a ridere.
«Allora racconta che cos’è questa roba? Non saranno mica una specie dei dieci comandamenti…»
«No, no, tranquilla sono tutta un’altra cosa.»
Meno male penso. Lei tira fuori dalla sua capiente borsa un foglio e me lo mette sotto il naso.
«Leggi.»
«Mi interroghi dopo?»
«Guarda che è una roba seria!»
Taccio e comincio la lettura.

I DIRITTI ASSERTIVI



• La facoltà di avere una idea che può essere diversa da quella degli altri;
• La facoltà di manifestare questa idea ed essere ascoltati, sapendo che può non coincidere con quella di chi ci circonda;
• La facoltà di provare uno stato d’animo ed eventualmente tirare fuori le proprie emozioni;
• La facoltà di domandare che un proprio desiderio venga soddisfatto, compatibilmente con le esigenze altrui;
• La facoltà di essere se stessi e non corrispondere sempre a obblighi esterni;
• Fregarsene del giudizio degli altri quando il nostro modo di agire non è dannoso per nessuno;
• Non sentirsi in dovere di giustificare sempre ogni cosa, ogni nostra idea o comportamento se non ci va;
• Non avere sensi di colpa e non sentirsi egoisti quando non abbiamo voglia di fare qualcosa;
• Non dover sapere sempre tutto e poter chiedere spiegazioni quando qualcosa non ci è chiaro;
• Imparare a pensare a noi stesse come a esseri umani con la possibilità di sbagliare e commettere errori senza per questo considerarci dei mostri;
• Concederci di essere imperfette;
• Imparare a dire ogni tanto NON E’ UN PROBLEMA MIO.


La guardo sbarrando gli occhi.
«Ma questa è la rivoluzione! Mia madre si rivolta nella tomba! Mi ha tirato su facendomi credere di essere un concentrato di difetti e tu adesso mi dici che posso anche essere imperfetta. Mi dispiace ma è impossibile per me. Sarebbe come mettere sulla sua tomba dei vasi di ortica e gramigna, non posso!»
«Proprio quello che ho pensato io. Impossibile! Invece cara mia non è così. Non ti dico, nel gruppo, che discussioni ha causato questa lista di norme. Ci siamo più o meno tutti scandalizzati…»
Poso il bicchiere di prosecco.
«Lo credo cara mia. Questa robetta è dinamite pura!» dico eccitata.
«Mi sono stampata un foglio con queste semplici frasette e lo tengo dentro la borsa.» dice sorseggiando il vino «Ogni tanto me lo rileggo, quando sono a un semaforo rosso o quando aspetto il mio turno in un negozio. Più lo leggo e più lo trovo sensazionale!»
«Fanne una copia anche a me di queste massime sovversive.»
«Certo tesoro, con piacere! Al più presto esaudirò il tuo desiderio!»
Prima di salutarla le dico «Vedi che brava che sono? Ho già cominciato a metterlo in pratica!»
Mi bacia sulla guancia «Un vero portento!»

«Cos’è questa roba?» domanda G. indicando il foglio bloccato sul frigo da una Marilyn giovanissima.
«Roba mia.» ho risposto.
Forse mi sbaglio ma mi pare che loro ne abbiano meno bisogno di noi.














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