Vai ai contenuti

La macedonia

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Autostima · 10 Marzo 2015





Lella alle due del pomeriggio, ieri, mi ha mandato un sms. In quel momento avevo da fare e le ho risposto dopo un po’. Ho capito che qualcosa non andava. Siamo rimaste d'accordo che vado da lei domani sera dopo cena, che G. va a giocare a burraco. Non si perde una partita. A me va bene e ormai è diventata la mia serata libera. Certe volte esco con Lella, oppure con delle colleghe. A volte prendiamo le pizze e ci ritroviamo con vecchie compagne di scuola. Insomma il mercoledì sera faccio festa.







Arrivo da lei alle nove. Mi apre la porta con una faccia triste da far paura.
Mi siedo sul divano e solo allora le domando –
Qualcosa di grave? -
-
Insomma… - dice seria.
Prende due bicchieri e ci versa dentro un po’ di vino passito. Me ne offre uno e si siede.
Vuoi anche qualche biscottino? -
-
No grazie. Dai racconta, forza. – dico per incoraggiarla.
Lei inizia dicendo –
Sono una stupida, cara mia. Ecco tutto… -  
Mi racconta che venerdì scorso ha avuto una giornata pesante al lavoro. Quando è uscita è andata alla Coin, voleva comprarsi un mascara nuovo. Ha parcheggiato la macchina in un posteggio a pagamento e si è avviata a piedi. Ha gironzolato un po’ per il negozio poi, dopo aver comprato quello che le serviva, è uscita. Poco dopo ha incontrato una con cui lavorava anni fa. Non si vedevano da parecchio tempo, così hanno deciso di andare a prendere qualcosa insieme in un bar per raccontarsela un po’. Quando è arrivata alla sua macchina l’orario del parcheggio era passato da una decina di minuti e un vigile stava già facendole la multa. Aveva appena iniziato a scrivere.







Ha alzato la testa dal blocchetto con fare arrogante guardandola con sguardo interrogativo.
-
Sono in ritardo solo di dieci minuti… - ha tentato di giustificarsi lei.
Lui ha continuato a scrivere imperterrito. Lei si è sentita umiliata dal suo atteggiamento e ha incominciato a infastidirsi. Lui aveva quasi finito di scrivere, quando Lella, a un certo punto, ha sbottato e l’ha mandato a quel paese. Ne è venuto fuori un vivace battibecco. Lei ha avuto la peggio, alla fine, perché il vigile si è vendicato mettendole il massimo previsto per divieto di sosta. Quando è arrivata a casa era incazzata nera. Come d’incanto si è trovata di fronte al frigorifero aperto. Ha trovato la macedonia che aveva preparato il giorno prima e in due secondi l’ha fatta fuori. Poi si è seduta per terra e si è messa a piangere.
-
Sai cosa mi ha fatto veramente rabbia e che mi ha fatto sbottare alla fine? Che mi è venuto di pensare che se fossi stato un uomo, quello stronzo, non si sarebbe comportato così!-
Rispondo cattiva come il veleno -
Ah di sicuro! Ma di fronte a una donna non poteva mica cedere! Quanti problemi con la mamma!-
Lella si mette a ridere -
Ti sgriderà la Gustalavita?- le chiedo.
-
Non credo. Per fortuna avevo solo la macedonia in casa. Prima di andare da lei una rabbia così mi avrebbe fatto mangiare dieci gelati di fila! Per lo meno adesso riesco a vedere il buono anche nei momenti difficili.-
Le faccio notare che aveva anche i biscottini che mi aveva appena offerto.
Lei si mette ancora a ridere e dice –
Quelli li tengo per gli ospiti. A me proprio non piacciono. Li tengo per quello!-
Quando esco prima di salutarla con un bacio le dico -
Sei brava…ti stimo molto! -
Ed è vero, cade ma si rialza sempre. E’ una grande!







Torna ai contenuti