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Guenda chiede di parlare di un suo successo

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Gruppo cas · 25 Luglio 2018






- Che abbronzatura splendida! – esclama Susanna sedendosi.
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Al fiume con la mia amica e Mariù! Divertimento allo stato puro! – Prendo posto in mezzo alle mie pupille dando inizio alla riunione.
Discutiamo dieci minuti di diario alimentare poi subito Guenda chiede di parlare.
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Scusate, stasera vorrei raccontare di un mio successo. Vi dispiace se monopolizzo un po’ l’attenzione?
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Penso proprio di no dal momento che è terapeutico evidenziare i successi. Stasera potenziamento dell’autostima e con la figura corporea continuiamo il prossimo incontro. – dicendo così interrogo tutte con uno sguardo e poi, con un gesto, le do il via.
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Allora da un anno e mezzo lavora con noi una ragazza molto in gamba. Come tanti è entrata come stagista ma poi l’hanno assunta per un anno perché è veramente sveglia, precisa e piena di idee. Adesso, fra qualche giorno, dovrebbe firmare il nuovo contratto. Dopo aver parlato col nostro capo mi ha chiesto un colloquio privato fuori dall’azienda. Ci siamo incontrate per uno spritz al bar del museo archeologico. – racconta molto presa dal fatto, gesticola e usa un tono di voce alterato. E’ furiosa. – La ragazza era molto arrabbiata. Il capo prima le ha fatto i complimenti dicendole che, con le sue capacità, avrebbe anche potuto stare in una posizione manageriale. Ma poi inizia a direPerò, vedi, sei una donna… Prima o poi ti farai una famiglia, dei figli. Sai com’è… -
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Ma dai al giorno d’oggi ancora con ‘ste boiate? – tuona furibonda Annamaria – Ma quanti anni ha questa ragazza?
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Ventisei… – prosegue Guenda – è al suo primo lavoro.
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Nooo! Ma è proprio un coglione, questo qui! Scusate la parola…-
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Eh, ci sta tutta, Annamaria! Perché è venuta a parlarti, Guenda? – domando a mia volta, anch’io parecchio incazzata.
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Voleva chiedermi un consiglio perché ha voglia di cambiare ditta. Ha già altre proposte.
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Io non lo farei se fossi in lei. E se poi si trova male? Questi discorsi li fanno tutti i datori di lavoro. E’ normale!
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Io la penso come Rosita. Ci penserei due volte a cambiare per una cosa così. Non l’hanno mica trattata male… - commenta Alessandra.
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Beh, sinceramente, per me è un po’ umiliante. – digrigna quasi i denti mentre parla, Fulvia - Studi tanto, ti impegni, ti piace quello che fai e poi a ventisei anni ti senti fare dei discorsi così? Magari la famiglia non te la fai per niente o, se te la fai, succede tra dieci anni. Ma dove vivono questi dirigenti? Mi fa veramente passare la voglia di rimettermi a studiare questa storia! -
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Hai ragione, secondo me. Che ne pensano le altre? - chiedo guardandomi intorno.
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Deve assolutamente cambiare. E’ inaudita questa cosa. Quando si arriverà a capire che per una donna una famiglia è una risorsa e non un impedimento? – fa Elisa, la più vecchia ma la più forte di tutte noi.
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Scusa un attimo, - e guarda Elisa - non solo per una donna, anche per un uomo, porca miseria. Ma stiamo scherzando? La famiglia è impegnativa, ma è anche una sicurezza e aumenta le competenze delle persone! Io questi discorsi veramente non li posso sentire.- poi rivolta prima a Rosita poi all’altra – E tu Rosita, tu Alessandra, perché avete tanta paura dei cambiamenti?-







Intervengo - Susanna non spaventare le tue amiche, per favore. – faccio con un sorriso – E’ normale ci sono persone più portate al cambiamento e altre più restie. Non siamo tutti uguali. Per fortuna… – aggiungo.
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Scusatemi, non volevo spaventare nessuno. Ma mi infervoro per certe cose. – parla guardando le altre due.
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Com’è andata a finire, Guenda? Perché dici che è un tuo successo?
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Perché fino a prima di venire qui, anche io ero paurosa. Non avrei neanche voluto parlare con la dipendente. Mentre, invece adesso, non solo le ho parlato ma le ho detto anche che ha ragione e fa bene a cambiare. Ma soprattutto sono stata molto contenta di me stessa. Sono arrivata a casa e invece di aprire il frigo, mi sono cambiata e sono andata a correre. Poi mi sono fatta una doccia e sono uscita a mangiare con una amica!
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Brava! Così si fa! – esclama Elisa.
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Perché te la sei presa tanto per questa roba? Ti sei rivista in lei un po’? –chiede Laura.
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Anche io volevo fare la stessa domanda… Sembri coinvolta in prima persona. – domando a mia volta.
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E’ vero infatti. A me è successo qualcosa di simile tanti anni indietro. Ma io, allora, ero come Rosita ed Alessandra e l’ho presa nel didietro un discreto numero di volte. E, come volevasi dimostrare, la famiglia non me la sono mai fatta! Però è ora che le cose cambino e che questi figuri aprano le porte a noi donne. Non voglio che le giovani adesso debbano sopportare le stesse angherie. Fottuti bastardi!
Scatta l’applauso. Meritatissimo, peraltro! L’oratrice si guarda intorno stupita. Le scende una lacrima.
Elisa le molla una pacca sulla spalla ed io aggiungo.
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Sei stata molto brava, Guenda! -
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E' vero, me lo sono detta da sola! -
Ridiamo ed io dentro di me esulto pensando VIVA L'AUTOSTIMA!










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