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Gruppo cas: Milena

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Gruppo cas · 25 Luglio 2016





Milena la vedova inconsolabile


La protagonista stasera è Milena.
-
Perché hai deciso di partecipare a questo gruppo, Milena?- le chiedo pensando a che bel viso segnato dalle difficoltà ha questa donna di quarantacinque anni.
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Sono state le mie figlie a insistere.
La più grande ha portato a casa il volantino e mi ha detto Guarda qui, andrebbe bene per te, mamma!
Non ho tempo!
ho risposto.
Ma loro hanno continuato a insistere. Dicono che sono troppo sola e ho bisogno di amiche.
-
-
Non è vero?- domanda Guenda.
-
Adesso che sono qui mi rendo conto di si. Avevano ragione e hanno fatto bene a non mollare.-
Interviene Susanna –
Credo sia il male un po’ di tutte. Siamo isolate dentro la famiglia e i nostri problemi. I bambini, il lavoro, la suocera eccetera, eccetera. Abbiamo tutte le stesse difficoltà ma quando siamo insieme ad altre donne di cosa parliamo? Compiti dei figli, detersivi, scarpe!
Scoppiamo tutte  a ridere ed esce spontaneo anche un piccolo applauso! Sempre più mi accorgo che Susanna è un personaggio veramente positivo e trainante all’interno dell’insieme. Riesce a focalizzare i problemi sdrammatizzandoli.
Proprio quello che serve.
Milena prosegue dicendo –
Hai proprio ragione. Ho passato anni chiusa in casa, pensando solo alle figlie. Ma credo di aver fatto il mio dovere di madre e quando guardo le mie ragazze serene, pur senza padre, sono contenta. Ma qui con voi capisco dopo tutto il lavoro che ho fatto, di avere diritto di pensare anche un po’ a me e perché no anche di divertirmi.-
Lo dice con gli occhi lucidi. Laura seduta vicino a lei, le mette affettuosamente una mano sulla spalla. Osservo tutto soddisfatta di come stanno andando le cose.
Guenda esclama –
Ben detto! Hai proprio ragione, faremo follie insieme. Come le pazze di Sex and the City!-










- Mh non abbiamo tutti quei soldi…- fa Rosita dubbiosa.
-
Credo sia più un problema di testa che di soldi. Ci mettiamo i divieti e i bastoni tra le ruote da sole. Lo dico per esperienza personale.- mi sento un po’ un guru nel dirlo e non mi piace questa cosa. Però è così. In un percorso di consapevolezza personale sono più avanti di queste donne. Ma ci arriveranno anche loro.
-
Com’è andata col mangiare questa settimana?- domando dopo un po’.
-
Malissimo!- dichiara quasi in lacrime Rosita.
-
Raccontaci su…- dico con fare materno. Mi viene in mente il discorso fatto pochi giorni fa con la mia sorellina di cuore e mi ripeto che devo smetterla con questo atteggiamento. E’ dura, però.
-
Ho una collega che mi maltratta. Io non riesco a difendermi e ingoio amaro. L’altro giorno sono uscita dal lavoro veramente incazzata e purtroppo lungo il tragitto che devo fare a piedi prima di arrivare alla mia macchina c’è una pasticceria. E quella vetrina in questi momenti sento che mi chiama con una voce forte a cui non posso resistere. Sono entrata e inventandomi un compleanno ho comprato venti paste che mi sono costate un occhio della testa! In macchina mi ci sono fiondata sopra come un caimano. In due secondi erano sparite!- tira fuori un fazzoletto e si asciuga gli occhi poi si soffia il naso.
Restiamo tutte in silenzio. Io dentro di me benedico questo momento, finalmente si sbottona! Era ora!
-
A me succede spesso purtroppo…- dice triste Laura – il bello è che sento quando sta per arrivare la disfatta ma lo stesso non riesco a fermarmi.- ha un tono così rassegnato che qualcuna insorge cercando di scuoterle di dosso la sua rassegnazione.
Improvvisamente Annamaria dice –
Stavo pensando una cosa… non puoi cercare un percorso alternativo ed evitare di passare davanti alla vetrina della pasticceria?- tutte la guardano e trovano questa idea grandiosa.
Rosita è perplessa –
Non ci ho mai pensato però è possibile allungando di poco il tragitto…-
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Meglio, più moto! Brava Annamaria hai avuto un’idea veramente brillante e penso sarà utile a tutte!- dico per vincere gli ultimi dubbi di Rosita.
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Ho imparato a usare questo sistema per sopravvivenza. Lavoro vicino all’asilo del figlio del mio ex marito. Spesso vedevo lui o lei portare il bambino o andarlo a prendere. Ogni volta mi veniva un nervoso che mi durava almeno tre giorni e facevo fuori ogni volta tutte le riserve alimentari. Dopo l’ennesima abbuffata, una sera, mi sono guardata allo specchio e mi son detta Non è ora che trovi un cazzo di soluzione? Ho cominciato a fare un’altra strada e ho risolto quella situazione. Adesso che è passato del tempo anche se li vedo non mi fa né caldo è freddo. Li ho incontrati anche a spasso tutti e tre insieme. In quel momento mi è venuto solo da pensare: non hai fatto un grande affare, cara mia.-
Lo dice con una faccia così soddisfatta che ci fa scoppiare tutte a ridere.
Anche Rosita ride -
Proverò e vi farò sapere la prossima volta! – dopo un attimo di silenzio dice - Volevo ringraziarvi per tutto quello che fate per me…-
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Non devi ringraziare, siamo tutte nella stessa barca. E io dico che ne verremo fuori da questo pantano. Cazzo!- dice grintosa Guenda.
Ci alziamo, è tardi. L’incontro e durato più degli altri credo che però sia stato molto utile per tutte. Per me sicuramente si. Esco da queste riunioni con una sensazione di forza interiore che mi dura più di qualche giorno. Non credevo che un gruppo potesse dare questa carica.
Evidentemente l’uomo è proprio un animale sociale!









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