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Pietro

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in I fidanzati di Lella · 29 Ottobre 2015





Sono a letto ammalata. Tosse, raffreddore, di tutto un po’. Mi sono messa qualche giorno in malattia che non guasta. Tre giorni non di più. Almeno mi riposo. La vera scocciatura è stata rimandare l’appuntamento con Lella. Doveva raccontarmi della cena con Pietro. La soluzione l’ha trovata quel sant’uomo di mio marito: Skype! Raggiungo la postazione computer tossicchiante e la chiamo. Dopo qualche minuto appare sullo schermo. -
Ancora viva?- mi domanda - Io si e tu?- - Anche…- La guardo e cerco di capire com’è andata dalla sua espressione. Improvvisamente le scoppia sulla faccia un sorriso luminoso – Dai so cosa vuoi chiedermi…- esita – c’è G. nei paraggi che ascolta?- - Mhhh… robe piccanti? – dico passandomi la lingua sulle labbra in modo voluttuoso – Non proprio… ma non voglio che ascolti.- - Tranquilla, è di là che guarda Ballarò. – Allora si rilassa e inizia col raccontarmi dove hanno mangiato e cosa. – Ti ha offerto la cena?- - Voleva, ma non gliel’ho lasciato fare. Era troppo scontato, banale. - - Vero! – concordo -  e poi?- - Quando siamo usciti dal ristorante abbiamo passeggiato un po’ e poi siamo andati a casa sua.- Spalanco gli occhi e la bocca –Di già? –Evidentemente sono molto buffa perché si mette a ridere e fatica a fermarsi. Quando è calma confessa con un lieve imbarazzo che si sono un po’ baciati, ma solo un po’. - Non abbiamo più l’età per il tutto subito.-






Resto con la curiosità di sapere se però lui ci ha provato. Ma è meglio se me la tengo. All’inizio, prosegue Lella, erano entrambi agitati, preoccupati, desiderosi di piacere l’uno all’altra. Poi dopo un po’ lui ha iniziato a parlare degli anni che ha fatto fuori. Mentre parlava del Marocco, della cultura magrebina lei piano piano si tranquillizzava. Si sentiva trasportare dalle atmosfere che lui descriveva. I profumi, le spezie, le persone.







Confessa che quando sono usciti dal ristorante, grazie alla birra e a una grappa squisita, era un po' brilla. - Mi ci voleva per rompere il ghiaccio. Ha ammorbidito la situazione, facilitato le cose...- A casa di lui hanno bevuto il te con la menta e guardato le fotografie di dove abitava.  – Ha una bella casa?- domando – Strana soprattutto, molto esotica. Si vede che ha viaggiato molto. - - Ha nostalgia? - - Molta, ma si è stancato di girare. Vuole mettere radici. Lo capisco un po’.- Ma io sono troppo curiosa, non posso più aspettare, allora dico -  Passiamo alle robe importanti adesso. Quando, quando vi siete baciati?- Lella diventa tutta rossa - Sei incorreggibile!... In piedi prima di uscire, proprio sulla porta. - -Bene mi piace, un classico insomma. Avvinghiati stritolandovi a vicenda tipo pitone o una roba tranquilla?- -Tranquilla, ma romantica. Bella.- dice con occhi sognanti. Vorrei chiederle altre cose, chi ha preso l'iniziativa per primo, come era vestito, ma sono alla frutta e a tratti mi prendono degli attacchi di tosse furiosi. – Basta adesso, vai a letto dai che stai messa male. Sei andata dal medico?- - Si. E’ una influenza potente, nient’altro. Continua a parlare invece, mi piace starti a sentire.- Allora riprende a parlare. Si sente che è presa forte da questa persona. Spero che non sia come le altre volte perché si merita una persona speciale. Dopo un po’ non ce la faccio più – Sono stanca, vado a letto. –  dico esausta. Prima di salutarla domando – Vi rivedrete?- - Non abbiamo stabilito niente però spero di si.- Chiudo la chiamata proprio mentre G apre la porta – Allora ha trombato la tua amica?- - Come sei volgare. – dico con tono disgustato, mentre mi soffio il naso. – Tutti uguali voi uomini!- Ride mentre io mi avvio lentamente verso il letto e ci casco sopra moribonda.







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