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Assaggio di primavera, prima corsa al parco

mangiopositivo
Pubblicato da Elisabetta Giovetti in Dottoressa Gustalavita · 29 Febbraio 2016






Questa settimana il tempo è stato bello e caldo, sembrava veramente primavera. Allora oggi che è sabato, io e Lella, decidiamo di andare a fare una corsetta al parco. Accompagnate da Mariù. G. è a spasso in montain bike con i suoi amici biciclettari.
Appena ci incontriamo, la cagnetta mi fa una festa commovente.
Mariù sei un po’ ingrassata…- dico accarezzandola.
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E’ vero- dice Lella- ma da quando l’ho castrata ha molto più appetito. E poi a lei della prova costume non gliene frega molto.-
Io, rivolta alla cagnolina, commento –
Hai ragione Mariù. Tu si che sei saggia!-
Corriamo un po’, poi cominciamo a camminare facendo qualche di esercizio di respirazione, sempre seguite dalla nostra piccola mascotte. Dopo un’ora abbondante ci sediamo su una panchina. In lontananza si sente tamburellare il picchio, si prepara a mettere su casa.
Senti il picchio…fino a poco tempo fa non sapevo cos'era questo rumore, me l'ha detto Pietro sabato scorso.- Lella si stiracchia un po' poi dice- Questo parco è proprio bello!  –
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Si, anch’io penso che sia uno dei pregi più grandi di questo buco di paese. –Dopo aver bevuto una bella sorsata d’acqua, curiosa, le chiedo come procedono i lavori del suo gruppo C.S.A.
Bene. L’ultima volta, Rosita, la ragazza più giovane col forte sovrappeso, consumando parecchi fazzoletti di carta ha raccontato la sua vita. E’ orfana da quando aveva tre anni e ha vissuto sempre con la nonna e il papà.-
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Ma secondo te questo può essere la causa del sovrappeso?- le domando veramente interessata alla cosa.
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Non so, voglio telefonare alla Gustalavita per chiedere cosa ne pensa. Rosita ha una storia particolare e credo che ancora non sia venuto fuori tutto.-
Riprendiamo la nostra passeggiata. Nel frattempo, mentre noi chiacchieriamo dei massimi sistemi, Mariù ha fatto amicizia con un bel cagnone grande e nero. Scorazzano in lungo e in largo, si divertono un sacco a inzaccherarsi tutti in una bella pozzanghera. Sono proprio felici e noi, io e Lella più il padrone dell’altro cane, ridiamo, contagiati dall’allegria dei nostri amici a quattro zampe. Lella prosegue raccontandomi che quando Rosita ha iniziato a parlare dei pochi ricordi che conserva della madre tutte hanno tirato fuori i fazzoletti e quasi quasi anch’io sto per tirarlo fuori. Sono tutte rimaste colpite dal fatto che nonostante fosse così piccola ricordasse ancora la voce della mamma quando la sera a letto parlava col marito.





Dopo avermi parlato delle sue signore e signorine, Lella mi domanda dei miei incontri di autostima.
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Non sai quanto ti sono grata per aver insistito perché partecipassi a questo gruppo - dico accovacciata mentre mi allaccio una scarpa- mi sta veramente cambiando la vita, quella dottoressa è proprio in gamba. Stiamo facendo gli esercizi con le scenette. L’ultimo incontro dovevamo imparare a dire di no. E sai cosa ho scoperto? Ho capito che io faccio soprattutto fatica a manifestare le mie idee con G. Mi sono resa conto che ho una paura terribile di assomigliare alla mia mamma che a mio padre lo trattava come una pezza da piedi. Per questo con lui sono particolarmente arrendevole. In effetti sul lavoro non è così, coi colleghi sono molto diversa.-
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Bene – fa Lella mentre mette il guinzaglio a Mariù – adesso che l’hai capito puoi cominciare a lavorarci sopra. Mi ricordo sempre quello che diceva la Gustalavita. Nel bene e nel male distaccarsi dall’ombra dei genitori è la cosa più difficile che ci sia. Anche se pensi di esserci riuscito la loro influenza ti segue e ti condiziona la vita. E penso che abbia proprio ragione.-
Camminiamo in silenzio verso le nostre auto. Quando stiamo per arrivare al parcheggio dico -
Forse è inevitabile…-
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La Gustalavita dice di no, però queste cose profonde le cambi solo con una psicoterapia individuale e con una forte motivazione. E un bravo psicoterapeuta. Io credo che non lo farò mai. Tutto sommato adesso sono molto contenta della mia vita. Sono molto cambiata e mia figlia Mariù e Pietro sono i miei gioielli!-
Dicendo questo apre lo sportello e la figlia Mariù salta in macchina. Saluto, bacio entrambe e salgo in auto. Sto per mettere in moto che mi arriva un sms di G., dove mi dice che è a casa che mi aspetta.
Mi allontano con l’animo in subbuglio pensando a lui.









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